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Apple III

L' Apple III fu presentato ufficialmente durante la National Computer Conference nel maggio 1980 e veniva proposto come il primo computer professionale Apple.
L'Apple III fu anche il primo insuccesso commerciale della Apple: la macchina non era stata testata in modo adeguato prima di essere commercializzata e molti clienti lamentarono fin da subito problemi e malfunzionamenti tanto che la Apple fu costretta a sostituire la maggior parte delle schede madri dei primi computer prodotti.
In seguito i problemi hardware che avevano caratterizzato la prima produzione di Apple III vennero risolti ma ormai era troppo tardi, la macchina si era guadagnata una cattiva fama di inaffidabilità che ne limitò gravemente le vendite future.
All'inizio del 1983 Apple cominciò a concentrarsi quasi esclusivamente sul nuovo Lisa e sul progetto del Macintosh ormai prossimo alla fine, tagliando i fondi per lo sviluppo ed il supporto dell'Apple III. Nel 1983 fu fatto un ultimo tentativo per promuovere il computer attraverso la commercializzazione di un nuovo modello, l' Apple III plus, dotato di varie migliorie hardware tra cui il doppio della ram del modello originale e un orologio integrato.
Dopo qualche mese di vendite scarse nel 1984 anche l'Apple III plus smise di essere prodotto e Apple ridusse la sua linea professionale ai soli computer a 16bit Lisa e Macintosh. L'Apple III fu cancellato definitivamente dai listini nel settembre 1985 e si calcola che il quantitativo totale di macchine vendute sia compreso tra le 75.000 e le 85.000 unità.

Secondo le intenzioni dei progettisti ed in particolar modo di Steve Jobs l' Apple III doveva essere il più potente computer professionale in commercio e come tale doveva integrare in un unico case elegante tastiera, cpu e disk drive. Jobs era inoltre totalmente contrario ad utilizzare una ventola per il raffreddamento del computer in quanto rumorosa e poco elegante, la soluzione fu quindi quella di utilizzare una struttura di metallo pieno che avesse la duplice funzione di dissipatore di calore e di schermatura per le emissioni radio. La realizzazione di queste strutture in alluminio venne affidata ad una fonderia che si occupava della produzione di motori per autoveicoli.
Si decise inoltre che fosse necessario garantire la compatibilità del nuovo computer con il software dell' Apple IIplus attraverso l'emulazione. Questa scelta influenzò pesantemente i costi di sviluppo del computer e limitò molte scelte hardware tra cui quella del microprocessore, delle capacità video e della gestione dell'I/O.
Si scelse quindi il solito microprocessore MOS 6502 già usato negli Apple II a 2Mhz supportato da una memoria base di ben 128K, più del doppio di quella disponibile sui computer concorrenti.
L'Apple III era dotato di 4 slot di espansione interni, 3 in meno dell'Apple II ma comunque più che sufficienti per alloggiare varie schede opzionali. Il computer era dotato di vari connettori posti sul retro: l'uscita video RGB, l'uscita video monocromatica, due porte joystick, una porta RS232 e una porta per i drive esterni che potevano arrivare ad essere addirittura tre.
Negli slot interni era ad esempio possibile mettere una scheda con Z80 per rendere il computer compatibile CP/M, oppure una scheda per l'hard disk esterno Profile, oppure ancora una scheda chiamata Titan IIe che occupava ben 2 slot e rendeva il computer 100% compatibile con un Apple IIe.
Il SOS, così si chiama il sistema operativo dell'Apple III, era molto avanzato per il tempo: fu infatti il primo a consentire una organizzazione gerarchica del file-system, fattore indispensabile per garantire un utilizzo efficiente e funzionale degli enormi hard disk Profile da 5Mb che potevano essere abbinati al computer.
In molti non compresero a fondo le potenzialità e la flessibilità del SOS. Volevano un computer pronto da usare così com'è all'accensione e con un interprete basic integrato, senza rendersi conto che investendo un po' di tempo ad imparare il funzionamento delle System Utilities era possibile accedere a molta della potenza nascosta dell'Apple III.
Il SOS comunque era molto meno che perfetto, ad esempio la carenza più evidente era l'impossibilità di fare il boot del sistema direttamende da hard disk. Nel 1987 venne realizzato un nuovo sistema operativo chiamato BOS che risolveva almeno parzialmente questo problema.

Per gli utenti Macintosh è disponibile Sara un emulatore Apple III in versione sia PPC che 680X0 con il quale ci si può fare una idea del funzionamento del computer. Per chi avesse un Apple III vero ho realizzato una raccolta di software che è possibile riconvertire in dischi da 5,25 pollici da dare in pasto al vostro computer.