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Commodore VIC-20

Il Commodore VIC-20 è stato uno dei computer più rappresentativi nella storia degli anni ottanta sia per la larghissima diffusione che raggiunse sia perchè con esso si offriva al tutte le famiglie la possibilità di avere un computer.

Se l'Apple II fu il primo computer a colori venduto ad un prezzo accessibile anche al mercato amatoriale, il Commodore VIC-20 fu sicuramente il primo home computer a colori ad un prezzo veramente conveniente: al suo debutto costava infatti solo 300 dollari, una cifra irrisoria per un computer a quei tempi, cosa che lo portò a diventare il primo dei tanti best-seller tra gli home computer prodotti dalla Commodore.

A causa dell' hardware piuttosto limitato il Commodore VIC-20 non ebbe mai successo in ambito professionale, ma era economico, a colori ed aveva una porta per joystick che lo rendeva invece la macchina perfetta per gli appassionati di videogiochi. Presto molti programmatori in erba si cimentarono nello scrivere programmi e giochi per questa macchina, creando un notevole parco software.

La Commodore produsse più di un milione di VIC-20 dal 1981 al 1985 e nei periodi di picco venivano prodotti addirittura 9000 computer al giorno. Il VIC-20 era dotato del famosissimo microprocessore MOS 6502 a 1Mhz che equipaggiava buona parte dei personal computer dell'epoca. Anche Apple ed Atari utilizzarono largamente questo microprocessore. La Commodore stessa produceva questo microprocessore e molti degli altri chip dei suoi computer riuscendo così a ridurre notevolmente i costi di produzione e ricerca e sviluppo così da poter offrire prodotti di buona qualità tecnologica a prezzi decisamente imbattibili.

Il nome VIC significa Video Interface Chip, un circuito integrato che la Commodore aveva sviluppato 2 anni prima per il mercato delle console da gioco. A causa del forte calo nelle vendite nel settore delle console nessun produttore era interessato ad usare questo chip e la Commodore decise quindi di sfruttarlo creandogli un computer intorno. Nasceva quindi il VIC-20, una macchina ibrida sia computer sia console: era dotata di tastiera, sistema operativo e linguaggio BASIC incorporato, tutte caratteristiche tipiche dei computer, ma anche di un'uscita video a colori e di una porta di espansione per la quale furono subito disponibili molti videogiochi su cartuccia, proprio come per le console da gioco. Questa stessa porta poteva alloggiare un'espansione di memoria che portava il sistema ad un decoroso totale di 20Kb di RAM, oppure poteva alloggiare cartucce con linguaggi di programmazione, interfacce specifiche oppure poteva essere usata dall'utente per gli scopi più disparati.

Il Commodore VIC-20 discende dalla linea PET/CBM con la quale condivide lo stesso microprocessore e lo stesso linguaggio di programmazione preinstallato, il BASIC 2.0. Nonostante queste somiglianze le macchine erano piuttosto diverse nel resto della struttura, alcuni programmi molto elementari funzionavano su entrambi i computer ma quelli più complessi con chiamate di memoria e di sistema o che facevano uso delle differenti capacità grafiche erano incompatibili.
A differenza della linea professionale PET/CBM il Commodore VIC-20 venne distribuito non solo nei negozi di informatica e di elettronica ma anche nei centri commerciali, nei supermercati e in America addirittura in una catena di distributori di benzina! Sicuramente questo favorì le vendite che decollarono e fece di questo computer una delle macchine più vendute di tutti i tempi.

Grazie al Basic incorporato il VIC-20 si guadagnò in fretta l'appellativo di "friendly computer" per via della semplicità con cui poteva essere programmato da tutti, anche dai bambini. La Commodore forniva anche una notevole quantità di periferiche compatibili con il computer, tra cui il registratore a cassette C2N Datassette, il lettore per floppy disk da 5,25 pollici VIC-1541, modem, stampanti, joystick e paddles più una vasta libreria di software sia su cassette che su cartucce e dischetti.

Quando uscì il Commodore 64 le vendite del VIC-20 precipitarono, il prezzo calò fino a soli 100 dollari, infine il VIC-20 smise di essere prodotto e commercializzato perchè ormai obsoleto. Nonostante questo il computer rimase molto diffuso per tutti gli annni ottanta, venne venduto addirittura in Giappone con il nome di VIC-1001.