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IBM PC 5150

IBM dominava da decenni il mondo dell'informatica con i suoi mainframe per le grandi aziende, quando nel 1980 decise finalmente di entrare anche nel business dei personal computer. Dopo un solo anno di progettazione e sviluppo venne lanciato il PC 5150 nell' agosto 1981.

Per snellire i tempi di progettazione che avrebbero facilmente richiesto anni all'interno di una multinazionale lenta e burocratizzata era stato creato un piccolo team di sviluppo con base in Florida dedicato alla realizzazione del primo PC IBM. Sempre nell'ottica di snellire e velocizzare la progettazione vennero scelti componenti già disponibili sul mercato. Venne così assemblato un computer ad architettura aperta con parti standard, caratteristica che negli anni successivi facilitò l'avvento dei primi cloni ma che permise ad IBM di tenere lontano il rischio di una azione legale antitrust. Il rischio era reale, nella decade precedente infatti l'AT&T, il grande colosso delle telecomunicazioni americane era caduto sotto i colpi dell'antitrust ed era stato smembrato in una miriade di società. IBM voleva assolutamente evitare di fare la stessa fine e visto che era già in posizione dominante nell'ambito dei mainframe (ci si riferiva ad essa ed ai suoi pochi e piccoli concorrenti come a Snow White and the seven dwarfs, Biancaneve e i sette nani) fece in modo di essere inattaccabile nell'ambito dei personal computer usando una architettura aperta. Nel PC IBM solo il BIOS, una parte del sistema operativo su ROM contenente le routine di gestione dell' I/O e di boot venne brevettata.
Il team californiano si occupò solo dello sviluppo dell'hardware del PC mentre la realizzazione del sistema operativo venne affidata ad una piccola azienda di Seattle che aveva già realizzato alcune versioni di linguaggi di programmazione per alcuni dei primi personal computer, la Microsoft di Bill Gates e Paul Allen.
La Microsoft non era in grado di sviluppare per tempo un sistema operativo per il PC IBM e pensò di acquistarne uno già fatto dalla Seattle Computer Products, il Q-DOS o 86-DOS che era molto simile al CP/M della Digital, uno dei sistemi operativi più diffusi all'epoca. Microsoft modificò il QDOS per le proprie esigenze, cambiandogli il nome in MS-DOS e riuscì a venderlo a IBM con il nome di PC-DOS mantenendo contrattualmente la possibilità di commercializzarlo a terzi. Per quanto riguarda il software di base il PC IBM veniva inoltre fornito di un interprete BASIC sempre della Microsoft disponibile su ROM.

Il microprocessore scelto per il PC IBM fu l'Intel 8088, una versione depotenziata con bus dati a 8 bit del microprocessore a 16 bit Intel 8086. IBM non intendeva realizzare un computer molto potente in quanto temeva che la cosa avrebbe potuto danneggiare le vendite del settore mainframe. La scheda madre montava a seconda delle versioni una ram base variabile da 16K a 64K nei primi modelli, espandibile ad un massimo di 640K. Il computer era dotato di 5 slot di espansione interni per schede aggiuntive, di cui una veniva occupata dalla scheda video e un'altra dal controller per i floppy disk, riducendo così gli slot veramente disponibili per espansioni future a 3. Il supporto iniziale a livello di periferiche del PC IBM era piuttosto scarso, nel momento di lancio del computer non era disponibile nè un monitor a colori nè una stampante di buona qualità marchiati IBM.

Le vendite del PC inizialmente non furono eccezionali ma nel giro di poco tempo IBM divenne uno dei maggiori produttori di personal computer, soprattutto in virtù della fiducia che i clienti riponevano nel marchio, sinonimo di informatica e di qualità da decenni nell'ambiente business.